RISVEGLIA L’ENERGIA
BISOGNA BERE ACQUA.
Le bevande di qualsiasi tipo, anche naturali, sono cibo. Il nostro corpo le
recepisce come un qualcosa che deve in qualche modo digerire, assimilare o
evacuare.
L'acqua pura, per il nostro organismo, è un mezzo di
depurazione.
Certo, siamo fatti in maniera meravigliosa ed il nostro organismo si è adattato
a ricavare l'acqua dal cibo, bevande comprese ma con una differenza, facciamo
un esempio.
Immagina di dover lavare i piatti, i panni o fare le pulizie di casa dovendo
utilizzare l'acqua e invece di procurartela con una semplice apertura del rubinetto
attraverso l'acquedotto, ti devi recare ad un pozzo per riempire dei secchi.
Fai più fatica, sei costretto ad utilizzare parte delle tue energie.
Ebbene questo è il duro lavoro che compie il nostro povero
organismo quando non beviamo acqua pura, deve ricavare acquadalle sue risorse
impiegando una parte di energia libera che viene quindi sottratta alle nostre
performance fisiche e mentali.
Tradurre in pratica questo semplice concetto, ha permesso a me e a centinaia di
altre persone di vivere la vita con più energia e vitalità e dare un calcio
alla stanchezza cronica.
In questo e-book ti insegno come utilizzare l'acqua per innalzare e
sostenere i tuoi livelli di energia. Per farlo devi sapere:
1. Cosa significa l'espressione: “Siamo acqua!”
2. Che ruolo ha l'acqua nel corpo umano
3. Che esistono due tipi di sete
4. Cosa bere e quanto bere
5. Come riconoscere l'acqua viva
6. Come ricordarti di bere
SIAMO
ACQUA
Hai mai sentito parlare di “solidismo?”. Forse l’espressione ti fa sorridere ma
non mi riferisco ad una corrente artistica ma al modo di intendere il nostro
fisico.
Secondo questa visione il corpo è costruito con materiali "asciutti" e
"duri", mentre l'acqua costituisce soltanto una componente trascurabile
o molto secondario ed è limitato a oliare il meccanismo e a trasportare diverse
sostanze da una parte del corpo all'altra.
Effettivamente noi ci vediamo come solidi ma lo siamo solo in
funzione dell'acqua che c’è nei nostri tessuti.
Facciamo un esempio. Hai presente la manichetta degli idranti,
quella che vedi arrotolata nelle colonnine di pronto intervento? Ora è morbida
e arrotolata, ma quando ci passa l'acqua, diventa un solido.
Lo stesso vale per i nostri tessuti e organi, sono solidi finché c’è l’acqua
altrimenti sarebbero una poltiglia gelatinosa.
Se analizziamo la composizione dei nostri organi, scopriamo che polmoni e
cuore, per esempio, sono composti di acqua per il 70,9%, i muscoli per il 75%,
il fegato per il 73,5%, e la milza per il 77%.
Queste percentuali determinano i tre quarti del peso di questi
organi. Tuttavia gli organi la cui percentuale di liquido è più alta sono il
cervello e il cervelletto. La loro percentuale è dell'83%.
Il nostro corpo ha la consistenza solida che conosciamo perché
l'acqua che riempie la cellula esercita una pressione sull'involucro cellulare
che le conferisce forma e consistenza. Proprio come l’acqua in pressione rende
rigida la manichetta dei pompieri.
Nel nostro caso possiamo proprio dire che non esiste solido senza liquido!
Sicuramente ti suona famigliare l'espressione: SIAMO ACQUA PER IL 70% ma solo
quando ci rifletti a fondo ne capisci l'importanza
Un uomo che pesa 60 kg è costituito da 42 kg di liquido sotto
forma di sangue, linfa e sieri cellulari; è più di due terzi del suo peso. Solo
18 kg formano la vera parte solida dell'organismo, il resto è liquido!
Siamo ben lontani dunque da un corpo costruito con materia dura nel quale si
troverebbe un po’ di liquido!
Un altro aspetto importante da capire
è
che i liquidi contenuti nel
corpo non sono mescolati gli uni agli altri come se si trovassero in un grande
sacco di cui la pelle costituirebbe le pareti.
Al contrario, sono separati e distribuiti in diversi compartimenti situati più
o meno in profondità nel nostro organismo.
Possiamo suddividerli secondo questa scaletta:
1. SANGUE
2. SIERO EXTRACELLULARE ( liquido interstiziale )
3. SIERO INTRACELLULARE
Il liquido che si trova più in superficie è il sangue e rappresenta il 5% del nostro peso. Nel compartimento immediatamente sotto ilsangue si trovano
il siero extracellulare e la linfa.
Come dice il nome stesso, siero extracellulare, si trova all'esterno della
cellula. Le circonda e le bagna, riempiendo i piccoli spazi o interstizi che
separano le cellule le une dalle altre. Questo liquido costituisce il 15% del
peso corporeo.
Il terzo compartimento è anche quello più profondo ed è costituito dal siero
intracellulare. È composto da tutti i liquidi situati all'interno delle
cellule.
Benché lo spazio interno di ogni cellula sia estremamente ridotto, il numero è
enorme e sommandosi questi spazi, finiscono per costituire un volume di grandi
dimensioni. Il siero intracellulare rappresenta, infatti il 50% del peso
corporeo.
IL
RUOLO DELL’ACQUA
Le funzioni dell'acqua nel organismo sono molteplici. Oltre al
ruolo strutturale (riempimento degli spazi vuoti) e di trasporto dei nutrimenti,
partecipa al funzionamento stesso dell'organismo,
agisce attraverso la sua presenza, il suo movimento e le sue
proprietà!
Effettivamente non esiste processo biochimico nel nostro corpo
che può fare a meno dell'acqua.
Possiamo individuare sette funzioni principali:
1. FUNZIONE IDROLITICA: L‘acqua,
decomponendo le
sostanze che sono sospese in essa produce reazioni chimiche
2. FUNZIONE ELIMINATORIA: sappiamo che i
reni sono
dedicati alla depurazione del sangue ma questa funzione
avviene principalmente grazie alla pressione esercitata sui
reni dal liquido condotto dall'arteria renale. Senza acqua i
reni non possono esercitare la loro funzione
depurativa.
3. FUNZIONE TERMOREGOLATRICE: evaporando
attraverso la pelle, l'acqua raffredda il corpo.
4. FUNZIONE CIRCOLATORIA: attraverso la sua
presenza
nei vasi, sufficiente o meno, l'acqua modifica la pressione
sanguigna e il movimento del sangue. Poca acqua in corpo
rende il sangue più denso e per essere pompato in circolo
richiede più pressione.
5. FUNZIONE OSMOTICA: gli scambi tra
l'interno e l'esterno
delle cellule, avvengono grazie alla differenza di pressione
esercitata dai liquidi ai due lati delle membrane cellulari.
Questa funzione è necessaria per la respirazione cellulare
perché permette ai nutrienti di entrare e agli scarti metabolici
di uscire.
6. FUNZIONE ENERGETICA
7. FUNZIONE ATTIVATRICE
Le due funzioni che ho lasciato per ultimo sono quelle che più
hanno relazione con la nostra energia.
Entrando ed uscendo dalle cellule l'acqua, produce energia
idroelettrica che viene immagazzinata sotto forma di acido
adenosintrifosfato, più conosciuto come ATP: questo è il
carburante delle nostre cellule.
L'acqua agisce anche come attivatore o inibitore delle reazioni
biochimiche del nostro corpo.
Più i liquidi organici, il sangue e la linfa diventano densi, più le
reazioni biochimiche avvengono lentamente, vale a dire che se
beviamo adeguatamente il nostro "motore organico" può
funzionare a pieno regime.
Se l’acqua scarseggia il nostro “motore organico” è costretto a
rallentare.
Pensa al motore della tua auto, se c’è l’olio giusto e al giusto
livello il motore fa molti chilometri senza surriscaldarsi
sprigionando tutta la sua potenza. Se l’olio è scarso o troppo
denso, il motore va incontro a surriscaldamento, calo di potenza e rotture.
Sicuramente ti ricordi del ciclo dell'acqua nella natura, dal mare evapora, si
formano le nubi, il vapore si condensa in pioggia che penetra nel terreno forma
i fiumi e torna al mare.
Anche nel nostro corpo, l'acqua ha un suo ciclo ben preciso, un equilibrio
idrico che determina in maniera diretta i nostri livelli di energia.
Nell'organismo umano il ciclo dell'acqua ha queste fasi:
1. apporto di acqua dall'esterno
2. assorbimento da parte dei tessuti e delle cellule
3. eliminazione
È fondamentale che venga mantenuto l'equilibrio. Non
possiamo introdurre meno acqua di quanta ne eliminiamo.
Lo so è un concetto elementare ma come vedremo adesso, pochi si
rendono conto di essere in uno stato di disidratazione cronica.
Vediamo ora quanta acqua eliminiamo ogni giorno, processo che
avviene attraverso quattro vie differenti.
I RENI
Sono l'emuntorio principale per l'eliminazione dell'acqua. Ogni giorno
eliminiamo da 1 a 1,5 litri di acqua sotto forma di urina. Essa è composta di
acqua per il 95% e di solidi (minerali deteriorati, acido urico, urea, ecc...)
per un 5%.
LA
PELLE
L' acqua lascia il corpo attraverso la pelle sotto forma di sudore. Il
sudore è composto da acqua per il 99% e da sostanze solide per 1%. Il sudore
elimina gli stessi rifiuti dei reni ma in forma meno concentrata.
Se cosi non fosse avremmo continue irritazioni della pelle.
In condizioni normali di temperatura e di riposo ogni minuto, le ghiandole
sudoripare del corpo producono 0,3g di sudore, vale a dire 540g in 24 ore.
Durante uno sforzo fisico, questa produzione può salire sino
A 1litro
o più per ora. Anche nei momenti di forte caldo, il prelievo di liquido dal
sangue per formare il sudore è intenso.
Ad esempio è stato misurato su persone che fanno la sauna, un
eliminazione di 40g di sudore al minuto che corrispondono a
1200g in mezz'ora. Per capirci 1200g corrispondono a 1,2 litri
ogni mezz’ora.
I
POLMONI
Tutti respiriamo continuamente e una certa quantità di liquido esce
dal corpo sotto forma di vapore. Si tratta di una eliminazione
passiva di acqua e oscilla tra 300 e 500 g al giorno.
Anche in questo caso vale la regola che se il clima è caldo o
svolgo un'intensa attività fisica la traspirazione aumenta.
L'INTESTINO
L'intestino è l'emuntorio che elima meno acqua. Benché i 150 g di feci che un
adulto elimina quotidianamente abbiano una
consistenza solida, la loro percentuale di liquido è di 120 g.
Ecco perché una delle cause della stipsi è la cronica mancanza di acqua.
Riassumendo, facciamo un po’ di conti.
Quotidianamente solo per le normali funzioni fisiologiche
generiamo una perdita di liquidi pari a 2,5 litri. Possiamo
riassumerli con questo schema:
· Urina 1,5 litri
· Sudore 0,5 litri
· Attraverso i polmoni 0,4 litri
· Attraverso gli intestini 0,1 litri
· Totale 2,5 litri
Abbiamo quindi compreso che una mancanza
di liquidi tende
costantemente a prodursi nel nostro organismo.
Ogni giorno espelliamo 2,5 litri di acqua sotto varie forme e finché gli
apporti sono equivalenti il nostro bilancio idrico è assicurato.
Al contrario, se gli apporti sono insufficienti, il bilancio è negativo ed
inizia la disidratazione.
Capisco che parlare di disidratazione avendo abbondanza di acqua intorno a noi
possa sembrare una nota stonata.
La parola disidratazione evoca l’immagine di uno sfortunato
disperso nel deserto senza riserve di acqua ma continuando la
lettura capirai quanto anche solo un lieve stato di disidratazione influenza la
nostra energia e la nostra vitalità.
La medicina sportiva ha calcolato con precisione l'influenza della disidratazione
sulle capacità fisiche.
I risultati sono sorprendenti e mostrano chiaramente con quale rapidità la
disidratazione influisce sul funzionamento organico.
Pensate, è sufficiente una perdita di liquidi equivalente all'1% del peso
corporeo perché le sue capacità di lavoro diminuiscano del 10%. Con il 2% di
perdita, l'efficacia diminuisce del 20%.
Questo indebolimento continua allo stesso ritmo fino al 10% circa di perdita
rispetto al peso corporeo.
In queste condizioni già si parla di grave disidratazione, avviene la perdita
della coscienza e qualunque capacità fisica e motoria. Se non soccorso
prontamente sopraggiunge il decesso.
Ora traduciamo questi concetti in pratica. Per una persona che pesa 70 kg, l'1%
del peso corporeo corrisponde a 0,7 kg, cioè 0,7 litri d'acqua.
Quanta acqua hai bevuto oggi?
Ricorda che meno di 1 litro di acqua persa corrisponde al 10% in meno di
efficienza per il fisico.
Forse stai pensando che il problema riguardi solo gli sportivi o chi fa
attività fisica, ma di che beneficio è saperlo per chi fa
l'impiegato e sta tutto il giorno alla scrivania in un ufficio
climatizzato?
In precedenza abbiamo visto come il cervello sia costituito per
l'83% da acqua e la semplice perdita dell'1% di liquidi fa rallentare le
funzioni organiche di un 10%.
Ecco perché la stanchezza mentale si fa sentire, diminuisce la
lucidità e la capacità di analisi e alla sera ti senti stanco come
l'operaio che ha sollevato pesi tutto il giorno.
Quindi cosa succede se non beviamo a sufficienza?
Il nostro corpo è una macchina meravigliosa progettata per la
sopravvivenza!
Abbiamo detto in precedenza che l'acqua nel nostro organismo è suddivisa in tre
compartimenti, sangue, siero extracellulare, siero intracellulare.
Quando l'apporto di acqua dall'esterno non è sufficiente, il nostro organismo
inizia ad attingere via via sempre più in profondità arrivando sino all'acqua
intracellulare.
Il nostro organismo ragiona per la sopravvivenza in attesa dei
soccorsi (acqua da bere) ed inizia a mettere in pausa alcune
funzioni tra cui quella della disintossicazione.
Immagina una nave da crociera. A bordo è tutto uno spettacolo!
C’è di tutto: ristoranti, cinema, discoteche piscine ecc...
La nave, ha bisogno di molta energia per mantenere tutto in
funzione ma se c’è un’avaria ai motori è costretta a ricorrere ai generatori
ausiliari e scegliere cosa mantenere in funzione.
Ecco che il comandante inizia spegnere il superfluo, le luci della piscina, i
cinema, l'aria condizionata ecc.. perché la priorità è mantenere l’energia
nella sala comando per poter continuare a governare la nave.
Ma i generatori non hanno un autonomia infinita. Se non si ripara il guasto la
nave si ferma completamente.
Avendo generalmente a disposizione acqua in abbondanza, l'uomo non immagina
quanto sia breve il lasso di tempo durante il quale può fare a meno di acqua e,
di conseguenza quanto sia breve il cammino verso la disidratazione cronica.
Con la definizione, disidratazione cronica, mi riferisco ad uno
stato di continuo deficit idrico, quando le uscite sono maggiori
delle entrate.
È molto diffusa ai nostri giorni e riguarda tutte le persone che
bevono in quantità insufficiente.
Vediamo più in dettaglio cosa succede quando il nostro corpo ha un deficit
idrico.
In primo luogo, il sangue tende a perdere volume perché cede
costantemente acqua ai reni, alle ghiandole sudoripare e agli altri organi
emuntori che consentono di liberarci dalle tossine.
Tuttavia, il volume del sangue non può diminuire molto senza
provocare seri danni. Il corpo deve quindi reagire e lo fa
attingendo acqua dal liquido organico più vicino; in questo caso è il siero
extracellulare.
Ora, però, è il livello di quest'ultimo
a diminuire lasciando poca acqua
intorno alle cellule. Il loro funzionamento risulterà alterato, si svolgerà
male, in maniera intermittente, incompleta...
Tornando all'esempio della nave, si
iniziano a spegnere le luci. Se non c’è un intervento esterno che ripristina il
livello di acqua la situazione continuerà a peggiorare e il corpo dovrà di
nuovo trovare una soluzione d'emergenza.
Ora attingerà acqua ad un livello ancora più profondo. Risucchia l'acqua
intracellulare che è indispensabile al funzionamento delle cellule.
Tornando
sempre al nostro esempio delle nave, ora il comandante spegne completamente
alcune sezioni della nave,
impedendo qualsiasi attività nelle cabine di quelle sezioni.
La disidratazione cronica, quindi provoca due grandi perturbazioni metaboliche
che sono il rallentamento enzimatico e l'autointossicazione.
Entrambe hanno relazione con la nostra disponibilità di
energia! Ogni giorno, le nostre cellule producono dei rifiuti e dei residui metabolici
e l'acqua è il supporto indispensabile per convogliare questi rifiuti verso gli
apparati emuntori che ci permettono di eliminarli.
Quando non c’è acqua a sufficienza la funzione di eliminare i
rifiuti prosegue con difficoltà. Le urine diventano più rare e dense, il sudore
più concentrato e le feci asciutte e dure.
In queste condizioni è più difficile eliminare le tossine che
cominciano quindi, a depositarsi sulle pareti dei vasi sanguinei e a congestionare
gli organi.
Immaginiamo un acquario!
Cosa succede se il filtro si intasa e non riesce più a depurare
l'acqua? In poco tempo l'acqua diventa putrida, carica di tossine.
Come pensi si sentano i pesci, sono forse energici
e vitali?
Se non interveniamo subito cambiando l'acqua i pesci inizieranno ad ammalarsi e
curarli uno per uno, senza rimuovere la causa che è l'ambiente organico
malsano, capisci che è uno spreco di energia.
Adesso
parliamo degli enzimi.
Il ruolo degli enzimi è quello di realizzare le molteplici
trasformazioni biochimiche necessarie al funzionamento organico.
Per svolgere correttamente la loro attività hanno bisogno di un
ambiente ricco di acqua al fine di disporre di uno spazio vasto nel quale
lavorare.
Mi spiego meglio, più l'ambiente nel quale gli enzimi devono
agire è intasato da tossine, più fatica fanno a svolgere la loro
funzione.
Quando i liquidi organici sono densi, concentrati, hanno una
viscosità elevata, gli enzimi lavorano peggio.
Questo è il nostro ambiente interno quando non rispettiamo
l'equilibrio idrico!
Gli enzimi agiscono ad un ritmo sempre più lento e le
trasformazioni biochimiche avvengono in maniera incompleta eintermittente.
La produzione di energia, di ormoni, di sostanze riparatrici, ecc…,
necessarie al buon funzionamento dell'organismo, decresce
progressivamente.
Ecco spiegato perché la disidratazione cronica procura una
sensazione di stanchezza e affaticamento cronici.
Il tutto si ripercuote poi, a livello psichico e vengono a mancare lo zelo, la
voglia di fare e la gioia di vivere.
Se una persona in questa situazione beve di nuovo acqua a
sufficienza, ritroverà energia.
Le assunzioni generose di acqua infatti rilanciano l'attività
enzimatica e il ritorno di un livello energetico più elevato ne è la diretta
conseguenza.
Un ritorno immediato di forza, slancio e vitalità infatti è il primo effetto
che possono testimoniare coloro che hanno aumentato il proprio consumo d'acqua
per riportare il bilancio idrico alla
normalità.
COSA E
QUANTO BERE
Come il corpo ci segnala la mancanza d’acqua
La sensazione di sete è il mezzo utilizzato dall'organismo per
evitare la disidratazione. È un campanello di allarme che suona ogni volta che
nel corpo comincia a mancare acqua.
La sete si manifesta a livello della bocca e non dello stomaco o del ventre,
come accade per la sensazione di fame.
Non appena abbiamo bevuto la quantità di liquido necessario, la sensazione di
sete sparisce e fino a quando non abbiamo colmato il deficit idrico, anche un
consumo notevole di acqua in un breve lasso di tempo non provocherà la diuresi
come accadrebbe normalmente.
La diuresi sopraggiunge soltanto a partire dal momento in cui
l'acqua ingerita supera il bisogno.
Benché all'esterno la sete si manifesti sempre allo stesso modo,
esistono due tipi di sete: quella extracellulare detta anche
ipovolemica e quella intracellulare detta anche osmotica.
Si distinguono in funzione del livello corporeo nel quale si
manifesta il deficit idrico.
La sete extracellulare si manifesta quando il volume del sangue e del siero
extracellulare diminuisce troppo (ipovolemica = poco volume) e ha lo scopo di
far aumentare rapidamente gli apporti di acqua ed evitare che l'organismo debba
attingere acqua dalle cellule.
Questo tipo di sete compare solo se ad un abbondante
eliminazione di liquido si accompagna anche un ingente perdita di sale.
Queste condizioni si verificano nei casi di fortissima sudorazione, per esempio
durante un soggiorno prolungato in ambienti molto caldi, durante febbri molto
alte o intense e prolungate attività fisiche.
Forti eliminazioni di sudore portano via di conseguenza molto sale ed inizia un
circolo vizioso. Più il corpo perde sale, meno acqua trattiene. Meno ne
trattiene, più ne perde e si disidrata
Questa condizione è tipica per coloro che
sono costretti a lavorare in condizioni molto calde, ad esempio gli operai in
una fonderia o stamperia di materiale plastico oppure i cuochi. Mi viene in
mente questa categoria perché ho avuto modo spesso di vedere all’opera i cuochi
nelle cucine d’estate. L’attività frenetica sommata al caldo trasforma le
cucine in una sauna.
Poiché la sete extracellulare ha origine dalla perdita di liquido e sale, la
correzione del deficit idrico non potrà essere ottenuta
soltanto con il semplice consumo di acqua.
Servono anche i sali minerali ma in forma colloidale cosi da poter essere
prontamente utilizzati dal nostro organismo.
L'argomento circa i minerali colloidali lo
approfondisco più avanti nella sezione Acqua Viva.
La sete intracellulare invece, è dovuta ad un deficit idrico all'interno della
cellule.
Quale è la causa?
Considerato che le cellule non si priverebbero mai deliberatamente della loro
acqua, se questa percentuale diminuisce è, perché il corpo attinge a questo
livello senza che le cellule possano opporsi.
Questo
succede non tanto quando cala il volume del sangue o del siero extracellulare,
ma quando in essi aumenta la concentrazione di tossine.
L' alimentazione in questo caso gioca un ruolo fondamentale.
Avrai notato che a mangiare viene sete, e più mangiamo cibi
complessi più la sete aumenta.
Questo perché, aumentando la concentrazione del liquido
extracellulare aumenta anche la pressione osmotica esercitata sulle membrane
cellulari.
Per ristabilire l'equilibrio avviene un risucchio di acqua dalle
cellule. L’acqua più pura che si trova all’interno delle cellule
viene risucchiata fuori perché deve diluire le tossine che si trovano nel
liquido extracellulare.
A questo punto è la cellula a rimanere disidratata.
A seconda della causa che la provoca, il bisogno di bere che
sentiamo può rappresentare sia una sete intracellulare, che è quella più
comune, sia una sete extracellulare.
Abbiamo anche detto che la sete è un segnale di allarme dato dal corpo e dovrebbe essere sentita da tutti. Mi
capitato spesso, tuttavia di incontrare persone che dicono di non sentire la
sete e di conseguenza bevono pochissimo.
Ho scoperto che ci sono due cause principali per la perdita della sensazione di
sete:
· La prima è l'assenza ripetuta di reazione dinnanzi ai
segnali d'allarme della sete
Bisogna sapere che quando una persona, regolarmente, non beve laddove la sete
lo spinge a farlo, la sensazione di sete si modifica.
Col tempo i sintomi della sete, bocca asciutta, contrazione della faringe,
ecc…, non si fanno più sentire con la stessa intensità.
Facciamo un esempio, pensiamo ai camerieri o ai cuochi che
portano spesso piatti caldi. Non reagendo alle sensazione di
bruciore che aggrediscono le loro mani, esse si abituano al calore.
Nel nostro caso, la persona che beve poco
tollera sempre meglio la sete e non percepisce nemmeno più nettamente, i segnali
d'allarme dati dal corpo. Attenzione, però, perché ciò è vero soltanto per la sensazione
di sete e non per le sue conseguenze. Queste persone soffrono inevitabilmente
di disidratazione cronica malgrado l'assenza di
sete. La seconda ragione per
cui la sensazione di sete si può
perdere deriva da una confusione tra la sete e la fame.
Anche se sono due sensazioni ben distinte, a volte vengono
confuse. Se qualcuno calma regolarmente la sete mangiando, la sensazione di
sete si attenuerà o non sarà più percepita come tale.
Se ti è familiare questa situazione o conosci qualcuno che non
beve perché dice di non aver mai sete, come puoi aiutarlo?
Trattandosi comunque di una funzione fisiologica, fortunatamente
la sensazione di sete addormentata può essere risvegliata. Basta che la persona
si sforzi di bere normalmente, anche se non ha sete.
Dopo qualche giorno potrà constatare con sorpresa quante sete abbia malgrado
tutto ciò che beve!
Abbiamo sin qui capito che il corpo umano ha bisogno di apporti quotidiani e
abbondanti di liquido per funzionare correttamente ed evitare la
disidratazione.
Ora chiediamoci: tutte le bevande hanno lo stesso valore? Quale caratteristica
deve possedere una bevanda per essere benefica dal punto di vista fisiologico?
Andiamo a scoprirle insieme. Deve essere facilmente assimilabile dal tubo
digerente e attraversare agevolmente le pareti dei capillari e delle membrane
cellulari.
Allo stesso tempo non deve presentare inconvenienti o effetti
collaterali negativi se bevuta in grandi quantità, come per
esempio: disturbare la digestione, stimolare eccessivamente il
transito intestinale, avere effetti troppo calmanti o stimolanti.
Il liquido che risponde meglio a tutte queste esigenze è senza
dubbio l'acqua. Essa è infatti la bevanda di base dell'essere umano perché è la
natura stessa che gliela offre.
Il filosofo e scrittore americano DAVID HENRY THOREAU
dedicò oltre due anni della propria vita a cercare un rapporto
intimo con la natura e giunse alla conclusione che: "L'acqua è la miglior
bevanda per l'uomo intelligente".
Essendo l'acqua l'unica bevanda che la natura offre all'uomo,
non è naturale non amare l'acqua.
Eppure oggi il consumo di bibite e altre bevande è spropositato,
ma come l'amore per le bevande diverse dall'acqua si è sviluppato per abitudine
e ripetizione, cosi reimparare ad apprezzare l'acqua passa per il berne
regolarmente.
Da cosa è composto questo liquido cosi prezioso?
Sicuramente ricordi la formula chimica dell'acqua: H2O ma
l'acqua potabile non è mai pura nel senso chimico del termine.
Un'acqua composta esclusivamente da due atomi di idrogeno e da un atomo di
ossigeno si ottiene solamente in laboratorio.
Generalmente, l'acqua contiene dei sali minerali e sarebbe quindi più corretto
parlare di soluzioni acquose che variano in funzione di quanti e quali minerali
sono disciolti in essa.
E qui siamo arrivati a un discorso importante!
Quanta acqua bisogna bere? Fa differenza che acqua bevo?
La quantità di acqua da bere non è uguale per tutti perché dipende anche dalla
propria costituzione fisica. Ho riscontrato che i migliori risultati si
ottengono bevendo 1 litro di acqua ogni 30 kg di peso.
Quindi è molto semplice, prendi il tuo peso e dividilo per 30. Il
risultato è la giusta quantità di acqua da bere per la tua
costituzione se pesi entro i 100 kg. In ogni caso non si superano i 4 litri. Tutti
vogliamo bere un’acqua pura ma ovunque giriamo il nostro sguardo vediamo
manifestazioni di inquinamento ambientale.
Siccome il ciclo dell'acqua avviene nel contesto di una natura
inquinata, l'acqua non può essere veramente pulita, a meno che non sia ricavata
da una lastra di ghiaccio preistorico.
Tuttavia scegliere un'acqua che proviene dai ghiacciai è già una scelta più
consapevole perché durante il congelamento tutte le sostanze tossiche e gli
additivi chimici vengono praticamente decantati e l'acqua che si scioglie è più
pura.
Questa è l'acqua bevuta dai montanari longevi, un’acqua con
pochi sali o altre sostanze disciolte.
Come posso riconoscere un'acqua proveniente da
ghiacciai sciolti?
Leggendo attentamente l'etichetta alla voce residuo fisso, più è
basso più è pura l'acqua. Scegli acque con un residuo inferiore ai 50 mg/l.
Ma lascia che ti spieghi come mai è importante fare questa scelta.
Prova a pensare: perché gli anziani hanno sempre freddo
e hanno bisogno di coprirsi mentre i giovani si vestono poco e non hanno freddo?
Questi ultimi hanno un "sangue caldo", come si usa dire, ma
perché? Per un semplice motivo: i giovani vasi sanguinei sono
ancora puliti, per questo il sangue vi circola liberamente e
l'energia viene emessa in misura maggiore.
Secondo un calcolo, una persona in media nella sua vita beve circa 75 t di
liquidi. Supponiamo che in un litro di acqua sia contenuto un grammo di sali
duri inorganici.
Ne risulta che l'organismo deve eliminare circa 75 kg di
deposito calcareo.
Se poi pensiamo che di queste 75 t solo una minima parte sono
costituiti da acqua semplice ma la maggior parte sono bevande o bibite con
aggiunta di zucchero, non c’è da stupirsi che
l'organismo si usuri presto!
Purtroppo l'organismo non riesce ad eliminarli tutti ed essendo minerali inorganici, morti in quanto privi di
carica elettrica(elettroni) tendono a depositarsi.
Ricorda poi che ogni processo di depurazione consuma
energia e quindi ne rimane meno a disposizione per altre
funzioni.
Tra le acqua in bottiglia facilmente reperibili in
Italia ne ho
selezionate tre:
· Acqua Lauretana: residuo fisso: 14 mg/litro
· Acqua Monterosa: residuo fisso: 14 mg/litro
· Acqua Plose: residuo fisso: 21 mg/litro
Sicuramente ne esistono altre ma queste
sono quelle che preferisco
e che mi danno maggiori garanzie di purezza.
L’ACQUA
VIVA
Cosa è e come la riconosco
Sin dal inizio in questo post ho fatto
riferimento ad un’acqua viva, ma come bisogna intendere questa espressione?
L'acqua ha una proprietà, il potenziale di ossidoriduzione che si misura
in millivolt. L'acqua viva ha una carica negativa, che
testimonia della presenza in essa di elettroni liberi.
Nell'acqua morta, al contrario, si osserva un'insufficienza di
elettroni e per questo la sua carica è positiva.
A livello materiale noi esseri umani siamo una sorta di gocce
d'acqua animata.
L'organismo invecchia quando l'acqua abbandona le sue
cellule.
E perché le abbandona?
Una delle cause dipende dal fatto che
l'acqua, cosi come l'energia, viene risucchiata fuori dalle cellule per effetto
dei radicali liberi.
L'acqua viva essendo caricata negativamente, è ricca di elettroni liberi e per
questo motivo è un forte antiossidante e dà energia, rivivifica.
L'acqua che scorre dai nostri rubinetti è acqua morta perché
abbonda di radicali liberi che in buona parte si generano durante il processo
di potabilizzazione.
Per rendere sicura l’acqua di rubinetto viene attuato un processo di sterilizzazione
solitamente aggiungendo cloro, che uccide i batteri contenuti nell’acqua.
Questo processo, però, genera anche una grande quantità di
radicali liberi che ossidando l’acqua e la rendono morta.
L'acqua viva esiste in natura ci sono sorgenti la cui acqua quando sgorga ha un
potenziale di ossidoriduzione leggermente negativo ma tale stato dell'acqua è
instabile: gli elettroni in poche ore volano via e l'acqua da prima si trasforma
in acqua neutra e poi in acqua morta.
Durante il secolo scorso ricercatori russi prima e giapponesi in
seguito, hanno compreso che si può realizzare una vera acqua viva mediante un
processo di elettrolisi e hanno realizzato i primi ionizzatori d'acqua.
Durante questo processo avviene la decomposizione delle
molecole di acqua. Una parte si satura di ossigeno e acquisisce
proprietà acide (pH inferiore a 7) l'altra parte, invece, acquisisce
un potenziale elettrico negativo, si carica di elettroni e diventa un debole
elettrolita in grado di interagire velocemente con i liquidi presenti nel
nostro organismo, i succhi gastrici, il sangue, la linfa e
i liquidi intracellulari.
L'acqua "morta" che si ricava da questo
processo con un pH
compreso tra 2.5 e 4 è un eccezionale battericida.
Conservata in contenitori di vetro chiusi, mantiene le sue proprietà per
una/due settimane.
Essendo un ottimo disinfettante la si può usare per il lavaggio
della cavità orale, delle fosse nasali, in caso di herpes, affezioni
fungine o lievi lesioni.
Può anche essere utilizzata per la disinfezione di garze, bende e oggetti. A
volte negli ospedali da campo improvvisati è utilizzata per sterilizzare gli
strumenti chirurgici.
L'acqua "viva" invece, è alcalina ha un
pH compreso tra 8.5 e 12 ed è uno stimolante naturale.
Conservata in contenitori di vetro chiusi, mantiene le sue proprietà per una
settimana.
Può essere usata sia per uso interno che esterno. È un ottimo
stimolante, un potente antiossidante, stimola il sistema
immunitario, attiva i processi biologici dell'organismo, aiuta a
regolare la pressione sanguinea, migliora l'appetito, favorisce il ricambio
cellulare, aiuta a cicatrizzare le ferite.
Ammorbidisce la pelle, previene la formazione di rughe e migliora l'aspetto dei
capelli. Viene utilizzata anche per stimolare la crescita delle piante.
La prima caratteristica, quindi, che identifica l'acqua viva è il
potenziale di ossidoriduzione negativo. La seconda è il pH
alcalino.
L'acqua morta ossida il nostro organismo proprio come un pezzo di ferro che
esposto alla natura si arrugginisce. L’acqua viva al contrario, lo alcalinizza
e rallenta questo processo degenerativo.
Ma perché preoccuparci di alcalinizzare il nostro
organismo?
Perché noi siamo un progetto alcalino. I nostri liquidi interni
devono essere alcalini, altrimenti l'organismo umano smette di
funzionare e si ferma proprio come un motore riempito di benzina sporca.
Pensiamo al nostro sangue. Il pH sanguineo di una persona sana è compreso tra
il 7,365 ed il 7,430. Se questo indice scende fino a 7,1 sono guai molto seri.
La prima cosa che faranno i medici del pronto soccorso sarà quella di iniettare
del semplice bicarbonato di sodio in soluzione da bere per alcalinizzare subito
il sangue acido e vischioso che scorre nelle vene ed evitare la morte del
paziente.
Dunque solo frazioni decimali separano la vita dalla morte.
Chi si ingozza o si ubriaca di sostanze e
cibi sintetici non sospetta nemmeno quanto velocemente può avvicinarsi a questo
limite.
Probabilmente avrai notato anche che quando non ti senti bene, non hai voglia
di bere caffè o tè, ma solo qualcosa di fresco come un bicchiere d'acqua.
Questo è un segnale del nostro organismo, come un richiamo a
dargli qualcosa di almeno un po’ vivo da bere.
Se manteniamo, un alto indice di pH tutto il nostro
organismo ne beneficia.
La terza importante proprietà dell'acqua viva è la sua struttura. L'acqua non è
una miscela amorfa ma possiede una sua struttura. Le molecole si uniscono in
agglomerati di particelle che cambiano la loro forma a secondo dell'azione
esterna.
La cosa importante da comprendere qui è che la struttura viva
dell'acqua viene distrutta dall'effetto dei fattori aggressivi
dell'ambiente esterno, informazioni comprese.
L'acqua è come un nastro magnetico che registra tutto ciò che
incontra. Lo stesso processo avviene anche con il liquido
intracellulare dell'uomo.
L'acqua delle cellule di un neonato osservata al microscopio si
presenta come un cristallo di ghiaccio di stupefacente bellezza.
Con l'età il cristallo perde la sua forma e si trasforma in uno
spaventoso grumo di ghiaccio.
La struttura dell’acqua che abbiamo nel nostro corpo può essere modificata da
diversi fattori negativi come la composizione chimica sia dei cibi sia
dell’acqua ingerita.
Ma anche dai pensieri e dall’atteggiamento positivo o negativo
verso i fenomeni della realtà.
Il punto è che noi non sempre abbiamo la possibilità di selezionare l'informazione
esterna che ci entra dentro, non sempre siamo in grado di gestire con efficacia
i nostri pensieri e le nostre emozioni.
L'acqua che beviamo, però, ce la possiamo e ce la dobbiamo
scegliere.
Il nostro organismo non è in grado di assorbire un'acqua con una struttura
distrutta: la deve strutturare lui stesso perché solo cosi essa può dissetare e
rinfrescare veramente le cellule.
Per questo processo, come puoi ben immaginare, vengono spese molte risorse e
molta energia.
È come se, per avere 10 devo spendere 12, i conti non tornano e alla sera ti
senti sempre più stanco e ti manca lo zelo.
L'organismo
non ha bisogno di sbrigare questo lavoro, se noi
beviamo acqua strutturata e l'acqua viva ionizzata lo è.
Quindi riassumendo l'acqua viva si riconosce perché è:
· ANTIOSSIDANTE
· ALCALINA
· STRUTTURATA
Ma c’è anche un quarto fattore importantissimo che ti dà un
immediato vantaggio e che innalza da subito il tuo livello di
energia e vitalità:
sono i minerali colloidali.
Abbiamo già visto come la materia viva si distingue da quella
inerte per il suo potenziale elettrico.
Più l'acqua ha un potenziale negativo, più è ricca di elettroni e più la
tensione superficiale delle sue molecole si abbassa.
Sarà più facile per l'organismo assorbire questa acqua e non
avvertiremo quel peso sullo stomaco che alcuni sentono bevendo acqua naturale.
Il nostro corpo riconosce subito ciò che è vivo, cioè ha una
vibrazione energetica alta e di conseguenza reagisce in modo
positivo.
Facciamo un esempio per capire meglio questo concetto.
Sicuramente sai che la benzina deriva dal petrolio. La si ottiene
attraverso un processo di raffinazione ma se immetti direttamente petrolio nel
serbatoio della tua auto il motore non funzione.
Cosi è per l'acqua. Se non è viva, prima di poterla utilizzare a
pieno il nostro organismo deve per cosi dire
"raffinarla"
ma è uno spreco
di energia perché potresti già bere acqua viva.
I micro minerali in forma colloidale sono apportatori di energia per le cellule
dell'organismo.
Queste particelle di materia non si sciolgono in acqua ma
rimangono in sospensione e le acque più efficaci nel trasportare
questi preziosi elementi nelle cellule sono quelle con bassa
tensione superficiale.
Il metodo migliore, più semplice ed efficace per avere sempre a disposizione
acqua viva è quello di dotarsi di uno ionizzatore, ma attenzione alla scelta
non tutto ciò che offre il mercato è valido.
BERE OGNI GIORNO
Le strategie per acquisire un abitudine
A questo punto abbiamo capito che per innalzare e sostenere il
nostro livello di energia per tutto il giorno è necessario bere circa 2 litri
di acqua al giorno.
Per esperienza personale ti dico che a volte siamo talmente presi dalle
attività quotidiane che ci dimentichiamo di bere.
Come possiamo imparare a non dimenticare di bere?
Ho individuato tre strategie semplici e molto valide:
La prima strategia è: FISSARE UN ORARIO.
Stabilisci in anticipo i momenti in cui bere acqua. Individua e
scegli dei momenti precisi nell’arco della giornata che possono
coincidere con un'interruzione delle tue attività, ad esempio una pausa o altri
momenti che si ripetono regolarmente durante la tua giornata.
Io li chiamo momenti-chiave e possono essere: il risveglio, le
pause, l'arrivo sul luogo di lavoro, la fine del lavoro, il ritorno a casa,
ecc... In questo modo impari a ripetere il gesto di bere a
cadenze fisse e il tuo organismo interiorizza l'orario.
Ti garantisco che con il tempo non solo
berrai in quei momenti, ma ne avvertirai anche il bisogno. Impegnati per 28
giorni di
seguito e diventa un abitudine acquisita.
La seconda strategia è:
PREPARARE IN ANTICIPO IL
VOLUME DA BERE.
Se non hai orari fissi o non ti piace
legare il bere a dei momenti chiave puoi utilizzare questo approccio.
Invece di fissare i momenti in cui bere, fissi la quantità da bere. Porta con
te ogni mattina la quantità di acqua da bere, tienila a portata di mano e
consumala durante il giorno in modo che entro sera hai bevuto quanto ti sei
prefisso
La terza strategia è:
BERE DOPO OGNI MINZIONE.
Si hai capito bene! Bevi dopo ogni volta che sei andato in bagno un volume
d'acqua pari a quello eliminato.
Questo metodo funziona per associazione di idee, tra
l'eliminazione del liquido e la necessità di reintegrarlo.
Sono tutte strategie valide. Scegli tu quella che si adatta meglio
alle tue esigenze, persevera per 28 giorni di seguito e diventa una nuova
abitudine.
Forse ti stai chiedendo perché proprio 28 giorni? Beh è stato
calcolato che è il giusto tempo affinché nel nostro cervello le
sinapsi trasformino quello che è un nuovo percorso in una strada principale a
tre corsie.
Il nuovo comportamento diventa un abitudine.
Bene ora hai tutto per iniziare a trasformare la tua vita, innalzando i tuoi
livelli di energia e soprattutto sai come sostenerli per tutta la giornata.
Hai capito cosa significa l'espressione: "siamo acqua" hai
compreso il ruolo dell'acqua nel nostro organismo, hai scoperto che esistono
due tipi di sete.
Ora sai anche cosa bere e come calcolare la giusta quantità per il tuo fisico,
sai come riconoscere l'acqua migliore e come renderla
viva ed infine hai 3 strategie che ti permettono in modo semplice di acquisire
una nuova abitudine: bere due litri di acqua al giorno.
Ma prima di concludere questo e-book voglio darti altri due
suggerimenti facili e veloci per avere risultati subito:
La mattina al risveglio come prima azione dopo che sei andato in bagno, lava i
denti e spazzola la lingua.
È molto importante pulire la lingua SUBITO appena svegli,
perché ha raccolto molte delle tossine eliminate dal corpo durante la notte.
Se non la pulisci, il rischio è che quando farai colazione ingerirai le scorie
che il corpo ha cercato di eliminare durante la notte. In poche parole, se non
ti pulisci la lingua adeguatamente ti avveleni poco a poco, ogni mattina.
Poi prima di fare colazione bevi un bicchiere di acqua tiepida che attiva i
villi intestinali.
Il secondo suggerimento è questo: bevi sempre due bicchieri
d'acqua mezz'ora prima di pranzo e cena e mangia un alimento vivo (crudo) ad
esempio una carota, un finocchio o altro che gradisci.
Cosi facendo si attivano gli enzimi digestivi, ti sazi prima e riesci a non
bere durante i pasti, cosi la digestione è più veloce e necessita di meno
energia.
Un abbraccio
Aaron
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